martedì 20 ottobre 2015

5 cose che cambiano quando ti trasferisci in città.

Se per anni hai vissuto in un piccolo paese e poi ti trasferisci in un'urbe, o nell'Urbe, ci sono cose che cambieranno inevitabilmente nel tuo stile di vita o nel tuo modo di percepire la vita.

1. Tutto per tutti.
Nella città puoi trovare tutto ciò che ti serve, il più delle volte a qualsiasi ora tu ti renda conto di averne bisogno. Ci sarà sempre un bangladino aperto H24 con cibo, lampadine, saponi, articoli per la casa, fiori, filtri, verdure. Se invece sei di quelli che restano svegli nelle ore diurne potrai farti venire qualsiasi paturnia, in città troverai quello che cerchi. "Stasera ho voglia di giapponese, compriamo del Wasabi!"; "Ho bisogno di un nuovo paio di scalda-muscoli"; "Voglio fare un corso di zumba subacquea!". Accessori, vestiti, sale da tè, articoli per equitazione, poltrone massaggianti, danze orientali, balsamo allungante, guaranà.
Ecco, per me poter trovare tutto è un'idea di onnipotenza; o di grande debolezza se consideriamo che, fino a pochi anni fa, non sapevo nemmeno cosa fosse il Wasabi.

2. Cortisolo.
La grande città richiede più o meno spesso grandi spostamenti. Fare grandi spostamenti richiede la capacità di muoversi in strada e da qui si aprono due grandi categorie di persone: quelle con mezzo proprio e quelle con mezzo pubblico.
Le persone con mezzo proprio si dividono in altre due sottocategorie: a due ruote e a quattro ruote;
Se sei un due ruote ti muoverai nel traffico come un serpente nel sottobosco, strisciando tra le auto con scioltezza e velocità, cogliendo l'attimo giusto per passare tra un'auto e il bidone dell'immondizia, rischiando ogni minuto di ribaltarti contro un ostacolo x.
Se sei un quattro ruote la tua pazienza è la tua forza, le code il tuo mantra, i semafori il tuo Sauron, i motociclisti la zanzara che ti ronza nell'orecchio tutta la notte.
Le persone con mezzo pubblico sono i martiri dei giorni nostri: ritardi, code, incidenti, guasti, corse annullate, autobus soppressi, biglietti, tessere, controllori, vicini puzzolenti, ladri, persone di fretta, turisti, bambini e vecchi le preoccupazioni principali.
Comunque, a qualsiasi categoria tu appartenga la morale è una: lo stress.
Sei stressato, infastidito, riluttante, aggressivo. E hai pure dimenticato le chiavi di casa.

3. Mestizaje.
Una grande città richiede un gran numero di abitanti, e di questi, solo una parte è autoctona: il resto è misto. Come un fritto misto ordinato al ristorante; ci saranno crocchette, mozzarelline fritte, olive ascolane, arancini o supplì, se ti va bene anche delle patatine. E così è la città: ci sono gli studenti fuori-sede, quelli che vengono dalla periferia, i pendolari, gli stranieri in erasmus, i turisti, gli immigrati.
E tutta questa diversità si mescola più e più volte e ti irrompe addosso inesorabilmente, senza che tu abbia il tempo di abituarti a tutto quel colore.
E ritieniti fortunato se non diventi razzista.

4. Estraneità.
Sei stato abituato ad avere a che fare con persone che, bene o male, sono come te. Vuoi per abitudini, vuoi per calata, vuoi perchè le strade quelle sono. Invece quando ti trasferisci se un elemento estraneo, e insieme a te altre migliaia di persone. Eccoti: fuorisede. Così impari a riconoscerli tutti: i ghetti calabresi, le gang sarde, gli isolati friulani e veneti (ne avrò conosciuti un paio in tanti anni); che alla fine non sono troppo diversi da te. Anche loro imparano termini del posto, anche loro ricevono il marchio "fuorisede" appena aprono bocca, e poi con loro puoi sempre organizzare serate di scambi culturali culinari. Gnam.

5. La solitudine.
In tutta questa onnipotenza, in tutto questo mosaico di persone ci sei tu. Un puntino. Un numero. Una faccia come un'altra. Su google Maps non riesci a riconoscere casa tua, frequenti posti in cui conosci poca gente e solo di vista (nel senso che l'avrai vista almeno 5 volte).