venerdì 7 dicembre 2012

Poste Italiane: l'Attesa.

Stamattina, per la seconda volta in questa settimana, sono andata alle poste.
Mi piace andare alla posta: il biglietto, i sedili, la gente che sclera. Oggi ho atteso 50 minuti prima di farmi cazziare dall'impiegato perchè non avevo compilato un modulo.
Passi l'attesa, passi i 100 euro cacciati per la bolletta, passi pure la tizia che mi ha sottoposto un questionario proprio su Poste Italiane durante l'attesa. Ma io, la scortesia, non la tollero.
Nell'attesa però si possono fare tante cose. Di solito mi metto a giocare a Majhong, ma oggi no, oggi c'era uno spettacolo meraviglioso: la gente. Vecchiette che sclerano perchè viene loro richiesto un modulo in più, una tizia di almeno 60 anni completamente rifatta (e male), una tizia che mangiava un fagottino sbrodolandosi del tutto, il direttore della posta che placava gli animi. E poi, la tizia del questionario che mi diceva "Se te lo chiedono, questo questionario te l'ho sottoposto all'uscita. Hai 22 anni, beata te!". La gente è uno spettacolo meraviglioso, si.

domenica 21 ottobre 2012

Bicycling: a quiet statement against oil wars.

Non esiste una città come Roma.
Io l'ho imparato grazie a Camille, la mia bicicletta, compagna di viaggi poco affidabile.

Andare in bici, a Roma, significa sentire la città.
Certo, gli automobilisti rendono i viaggi pericolosi, i semafori non sono da meno, e devo ammettere che oggi ho temuto il peggio quando mi sono trovata nel bel mezzo dei festeggiamenti per la vittoria di una qualche partita.
Ma c'è anche altro.
Ho sentito il vento dell'autunno, fra lo smog.
La bicicletta ti mette in contatto con il mondo, con tutto quello che ti accade attorno, e ti dà il tempo di gustare meravigliosi paesaggi o anche comicità stradali furtive (oggi ho visto un'auto con un enorme elefante di cartapesta sul tettuccio, fico).
Andare in bici ti mette in contatto con te stesso, testando i tuoi limiti, meravigliandoti della forza che possiedi (vedi tu a dover scansare le auto che ti sorpassano). Ti aiuta a percepire il tuo corpo che fatica, o a goderti il vento sul viso durante le discese.
La bicicletta è una valida alternativa all'auto e al motorino. Fa bene al corpo e alla mente, e, se avrete pazienza, imparerete anche a ripararla da soli, il che è fonte di vere e proprio soddisfazioni.

E' che ho avuto un po' di paura al semaforo, che stavo tamponando un motorino, ma vabbè.

mercoledì 19 settembre 2012

Il potere del naso.

Ad un tratto, sulla via di casa, ho sentito il tuo odore.
Forse non era reale, ma in me è scattato qualcosa.
Mi è venuto in mente il tuo collo, le tue mani e i tuoi baci.
Mi è salito su per il setto quel profumo solo tuo, e mi sono sentita persa. La strada da fare era dritta, un'unica direzione, ma io barcollavo.
Poi mi è arrivato il profumo di carne e grasso dei panini dello zozzone.
E mi sei passato di mente.

mercoledì 29 agosto 2012

21 modi per dichiararsi. Versione beta.

E quindi ho pensato, vabbè che il mondo è cambiato e che oggi sono anche le donne a dichiararsi, ma anche gli uomini devono fare il loro lavoro. Perchè non aiutarli? Questi poveri esseri che spesso non sanno come fare per domistrare tutto il loro amore, la loro passione, il loro sentimento alla tanto amata donna.

1. Siate gentili. A nessuna donna piacciono gli uomini irruenti, tranne casi eccezionali, la passionalità più intensa e più famelica verrà poi.

2. Non fate i fragoloni. Per fragolone intendo quell'atteggiamento da marpione, che è proprio evidente ci stia provando, insomma. Oltre al rendervi ridicoli, potrebbe anche gettare su di voi una cattiva luce.

3. Abbiate pazienza. Alle donne piace farsi desiderare. Forse qualcuna sarà più disponibile di altre, ma più muri ci sono da scavalcare, più bello sarà l'arrivo. O non cred?

4. Non parlate del futuro ai primi appuntamenti. Se siete riusciti ad avere un rendez-vous con la vostra amata non volate di fantasia, ad alcune donne potrebbe piacere, ma può anche spaventare. Se poi lei ne comincia a parlare e siete voi ad essere spaventati. Bè.

5. Parlate e ascoltate. A molte donne piace parlare di sè, ma è bello anche poter conoscere la persona che si ha davanti, piuttosto che finire a letto con uno sconosciuto.

6. Non fate gli stronzi. Bè, magari un pochino si, ma non cercate di testare il suo interesse ignorandola. Alcune potrebbero offendersi e addio.

7. Trovate il giusto livello di romanticismo. Ci sono donne a cui piacciono le smancerie (fiori, canzoni, regali) e altre che preferiscono impostare il rapporto come una pseudo-amicizia. Testate e adeguatevi.

8. Non diventate il suo migliore amico. Potrebbe vedervi sempre e solo sotto quella luce e quindi, nada (amore disperato).

9. Sapete, odio fare gli elenchi, ma ogni volta ci ricasco. Se mi verrà in mente qualcosa di nuovo, farò il terzo post sui modi di dichiararsi (la cosa pare aumenti anche le visite che questo blog riceve. Si, sono utilitarista.) Per il resto un ultimo unico consiglio: abbiate buon senso. Se non ce l'avete, provate al mercato, dovrebbe essere in svendita.

martedì 28 agosto 2012

Adesioni sbagliate.

Fairbarn diceva: "Se le persone sono fatte per cercare il piacere ed evitare il dolore, perchè la maggior parte di noi possiede una straordinaria abitlità nel conservare la propria infelicità?".
Come se l'energia che c'è nel nostro corpo cercasse adesioni, oggetti a cui attaccarsi, e forse ci sono energie che si attaccano meglio al dolore piuttosto che alla felicità.
Ma vederla in questo senso mi porterebbe a dire che per alcuni non ci sono speranze. Invece credo che tutti abbiamo una speranza.
Ma allora, perchè cercare la complicazione? Il dolore? Le situazioni che, gira e rigira, si dimostrano fonte di sofferenza?
Se la vita è fatta di scelte, e siamo noi a fare le nostre scelte, perchè riproporre sempre gli stessi schemi pur conoscendone le conseguenze? La scelta del partner, della casa, delle compagnie, delle abitudini di vita, del lavoro.
Siamo pronti al sacrificio, per poi pentircene.
Non ho una spiegazione a tutto questo, e il problema è che la sto cercando, una risposta.
Ma riordinare le idee è così difficile e faticoso che a volte, arrendersi viene più facile.
Allora lascio che tutto scorra: un partner sbagliato, una casa sbagliata, un lavoro sbagliato, come se prima che me ne accorgessi avessi avuto le fette di prosciutto sugli occhi.
Per cui tutto sembrava rosa.
E a me il prosciutto fa schifo.

lunedì 20 agosto 2012

Cuore a metà.



Certo che se io non soffro non mi si smuove neanche a pagarmi!
Devo proprio essere una cazzo di artista maledetta.

sabato 18 agosto 2012

Problemi di cuore.

Dalle statistiche il post più visualizzato di questo blog è "21 modi per dichiararsi". L'assenza di commenti mi fa pensare che chiunque inizi una ricerca su Google immettendo "modi di dichiararsi" rimanga deluso da un post altamente ironico sulla questione. Ma su certe cose non si può far altro che ridere, fidatevi. L'amore ai tempi nostri è un'ossessione. Trombare, non trombare. E' sesso oppure amore? Me la da, non me la da, me lo da, me lo prendo, il mio, il tuo, la tua, la mia.
Se non altro possiamo avere un'indice di quale potrebbe essere il senso della vita comunemente percepito: essere completi.
E una volta completi, che si fa?
Domande del genere possono annebbiare la mia mente già distrutta per ore e ore. Ma anche no.
Fatto sta che i problemi di cuore sono all'ordine del giorno, e su di essi si possono alzare business più fruttuosi di un bar che, con un po' d'ingegno possono rendere più ricchi di un notaio, e con meno fatica, molto probabilmente. Basti pensare alla caterva di film romantici: commedie, drammi, manuali d'amore che ogni anno allagano i cinema e le tv. Le soap opera, i cartoni animati giapponesi e non, i libri, gli accessori, San Valentino e gli alberghi con offerte per coppia. Spiaggie, feste e festival, letti matrimoniali, case farmaceutiche e pubblicità. Insomma, l'amore vende, altro che il sesso. I single non sono più materiale di scarto, ma nuovi polli, nuovi pesci da far abboccare all'amo.
Una volta, passeggiando e guardandomi i piedi, il mio sguardo è caduto su un volantino abbandonato, sul quale erano scritte all'incirca delle parole simili: "SEI SINGLE? Vieni a trovarci".
Ed era la pubblicità di una serata Speed Date. Quanto tempo serve a capire se la persona che abbiamo davanti è la nostra metà o solo la nostra meta? Bastano pochi minuti e il cosiddetto "colpo di fulmine" o non ci fanno niente neanche 30 anni di convivenza?
La risposta non perviene nè a me nè a chi mi dice di saperla lunga. Più mi guardo attorno più mi viene in mente la frase "L'amore è la risposta, quello che manca è la domanda".
E' davvero l'amore la risposta?
E se è proprio la risposta, perchè fa male al cuore?
Secondo me è tutto un complotto ad opera dei cardiologi.


martedì 24 luglio 2012

Strade di notte.

Torno a casa sola, a piedi, alle 5 del mattino.
Paradossalmente le 5 del mattino mi spaventano molto meno della mezzanotte, o delle 2 di notte. O anche delle 5 del pomeriggio.
Le 5 del mattino sono quella sottile linea che divide la notte dal giorno. Che separa quelli che tornano a casa dopo una lunga serata da coloro che si sono appena svegliati per andare a lavorare.
I pericoli sussistono ad ogni ora del giorno, in compagnia o da soli; ma se vivessi con la spada di Damocle della pericolosità, me ne starei a casa, e forse, avrei paura anche della mia ombra.
La strade sono silenziose, gli autobus notturni si mescolano ai primi diurni. La luce ti sta dicendo che fra poco ci sarà sole, e col sole un nuovo giorno, e con un nuovo giorno un nuovo risveglio.
Ma io passeggio, con falcata sincera, verso casa, mi godo lo spettacolo, e francamente un po' sussulto alla vista di uno straniero in lontananza. In quei momenti in me si risvegliano due persone: quella che teme sempre il peggio, che incarna ciò con cui mi hanno spaventato a lungo i miei genitori, i miei zii, i miei nonni "Sarà un drogato", "Mi violenterà", "Questo mi sta per rapinare"; e quella che invece cerca di tranquillizzarmi "Non pensare al peggio", "Vai avanti, riga dritto, non hai nulla da temere".
Queste due personcine dentro me, cominciano la loro diatriba, e nel frattempo il cielo cambia colore: dal blu profondo e spaventoso della notte e del buio, all'azzurro che si rischiara e che si porta lento, lento al caldo dei raggi solari.
Zitta, zitta arrivo a casa, una riflessione tira l'altra, ma mi sento serena: mi sono evoluta, sono tornata sola, a piedi, e sono le 5.30.
Tutto questo sarebbe frutto di una bella elaborazione; in realtà è che ho perso due notturni consecutivamente.

venerdì 20 luglio 2012

La ricerca dell'amore.

Animali sociali. Ossessionati dalla ricerca della propria metà, cerchiamo invano di trovare l'incastro perfetto. Magicamente l'amore ci riapre gli occhi. Che spaventosa l'idea d'esser soli, ci serve un doppio, un'immagine che possa essere definita "coppia", il riflesso di uno specchio.
Così, dunque, tutti frastornati corriamo in cerca dell'amore: quello vero, quello malato, quello ossessivo, che non fa dormire la notte, che da un motivo per alzarsi la mattina, quell'amore incessante che fa battere il cuore, ad ogni colpo: tump tump.
Le donne diventano prede, si rendono amabili, come se essere amabili significasse mostrare della carne in più. In realtà sono loro le cacciatrici. Questioni ataviche, da cui non si può prescindere del tutto e alle quaee, quindi, volenti o nolenti, facciamo comunque riferimento.
Gli uomini sono cacciatori per antonomasia, a loro il potere, il sesso forte, quando in realtà la loro unica forza è un cromosoma amputato dalla natura. Ci vuole romanticismo, malizia, sfrontatezza, intelligenza e simpatia per la donna dei loro sogni: qualità che si possono benissimo fingere.
Ma allora, cos'è che fa scattare la scintilla? E perchè è così necessario trovare un/a compagno/a?
Probabilmente è solo una questione di prosecuzione della specie e gli individui geneticamente "abbienti" sono facilitati dalla natura stessa. E se fosse una questione tutta psicologica? Chi di noi puoi non definirsi "narcisista"? Chi più chi meno tutti lo siamo, e l'idea che qualcuno ci ami, tanto quanto ci amiamo noi (o anche più, in taluni casi), ci fa letteralmente impazzire.
 Eppure è sminuente ridurre tutto a questo, lo dimostra la mia attuale voglia di un cornetto alla marmellata.
Oppure ho dormito troppo poco.

lunedì 16 luglio 2012

La sigaretta.

Mi annoio. Ho fame. Sono nervosa.
Mi accendo una sigaretta.
Porto alla bocca la pericolosa stecca, socchiudo le labbra, cerco l'accendino e do il via al momento di relax.
Tiro dentro il fumo malefico, la mia bocca si riempie del sapore amaro, giù per la gola, l'aria malata dilata le mie corde vocali e gira dritta dentro i bronchi.
Fuori tutto, un nuovo passaggio, al contrario.
Il secondo tiro è analogo, tiro dentro, butto fuori. Tiro dentro, butto fuori.
Piano piano mi tranquillizzo, cerco un posa cenere. Via l'eccesso.
Tiro dentro, sento il rumore della carta che brucia. Butto fuori, il fumo gioca con l'aria della stanza.
Disegni strani si creano, di un bianco quasi blu, e devo schiarirmi la gola.
Tiro dentro, siamo a metà, mi sento meglio, ma mi balena il pensiero che finirà presto questo momento. Butto fuori.
Mi guardo attorno, un occhio alla tv, uno alla finestra. Tiro dentro, butto fuori.
Il filtro è già marrone, un po' mi disgusta. Tiro dentro, butto fuori.
Mi gira la testa, come da ubriaca, forse ho la nausea. Tiro dentro, butto fuori.
Sta finendo, magari la getto. Tiro dentro, butto fuori.
Un ultimo sorso velenoso. Tiro dentro, butto fuori.
Finita la sigaretta ci penso un po'.

sabato 10 marzo 2012

I risvolti inquietanti dell'insonnia.

C'è qualcosa di inquietante nell'insonnia. Il non dormire, l'andare contro i più comuni cicli cicardiani. Perdere il controllo, il senso di tutto. Non è come tirare tardi per una serata, almeno lì si è in compagnia, almeno fisicamente, è solitudine notturna. Un soliloquio invaso da fantasmi e pensieri, e pensieri di fantasmi, e fantasmi pensierosi. Qui da me l'insonnia è una sofferenza, il mio più grande desiderio è andare sul mio letto ora, e dormire, magicamente svegliarmi domani con un bellissimo sole sorridente che non dia fastidio, ma che mi aiuti a ripartire. Invece occupo il mio tempo col contenuto della mia mente. E' una lenta agonia, un ticchettio incessante di orologio, una cascata verso l'alba, un freddo oblio. La città è ferma? Sono tutti fuori a far baldoria. Ma io sono sulla mia isola, ho il sonno sulle spalle e la paura davanti a me. Ho gomitoli e gomitoli di immagini, fotografie di sensazioni, di emozioni che ora veloci, ora lente, mi scorrono davanti agli occhi. E il mio corpo risponde.
Sussulto, tremo, mi stiracchio, sbadiglio, spalanco gli occhi, quasi piango, quasi rido, quasi impazzisco.
Arrivano rapide le domande; una, due, tremila. Risposte! Vogliamo risposte! Dacci delle risposte! Non ci piacciono queste risposte! Vogliamo nuove risposte!
L'insonnia ha dei risvolti inquietanti: dai rumori che la notte amplifica alle ombre diverse da abat-jour, dai ricordi più amari alle preoccupazioni più profonde.
L'unica cosa che vorrei dirvi, miei cari pensieri, esimie domande, signora paura è questa:
"lasciatemi dormire".



martedì 24 gennaio 2012

21 modi per dichiararsi.

Qualche anno fa, facciamo pure 10, ascoltavo spesso una canzone di Antonello Venditti: "21 modi per dire ti amo", e mi piaceva un casino. Forse, all'epoca non capivo davvero quella canzone, che a sentirla ora non mi fa più tanto effetto; se proprio dobbiamo essere sinceri.
All'epoca l'amore mi sembrava quasi una faccenda semplice, che ci vuole, basta un principe azzurro che sia follemente innamorato di te e il gioco è fatto, sarà lui a dichiararsi, a fare il lavoro sporco, a corteggiarti e renderti semplicemente la donna più felice del mondo. Si, crediamoci.
Oggi, nel 2012, ma anche prima, le cose sono ben diverse; in realtà non si capisce un cazzo. Il panorama odierno si prospetta quantomeno variegato dalle più diverse specie  di uomo e di donna.
La prima domanda da farsi è: chi è che sceglie?
La donna ovviamente, di solito l'uomo, davanti alcune proposte, non rifiuta. Ma allora, visto che i tempi sono cambiati, ed è la donna a dover premere il tasto "Start", come si fa a far capire al soggetto d'interesse che è lui, proprio lui, quello che vogliamo?

1) Dirlo schiettamente: la scelta meno amata dalla donne che, complicate e piene di paranoie come sono, spesso scelgono vie trasverse. In questo caso come funziona? Si va vicino al tipo e si dice: "Mi piaci un sacco." oppure "Credo di essere innamorata di te". Chiaramente in questi casi bisogna essere pronte a qualsiasi tipo di risposta, e le opzioni sono sempre due: o il tipo si scioglie difronte a tanto coraggio e cede alle nostre avances oppure si inventerà una serie di scuse che solo gli uomini (ma anche le donne) sanno cacciare. La più gettonata è: "Ti considero un'amica".

2) Civettare: praticamente bisogna alludere ad una disponibilità sessuale immediata, che poi potrà essere o meno soddisfatta. Funziona per le storie brevi, cioè quando la date in serata.

3) Dargliela. Funziona, ma non si assicura la prosecuzione del rapporto.

4) Stalking: Il più pericoloso, cominciate ad ossessionarlo attraverso i diversi mezzi di comunicazione: Facebook, Twitter, Cellulare, Mail, seguitelo, create degli incontri "casuali", fategli la posta sotto casa. O vi denuncia o comincia ad abituarsi all'idea che gli starete attorno. Volenti o nolenti.

5) Fuggire: se in amore vince chi fugge, voi fuggite. Ma c'è il rischio che lui non abbia avuto il tempo di accorgersi di voi.

6) Violentarlo: per alcuni sarà piacevole. Ok, per tutti sarà piacevole, a meno che non sia un puritano, ma non se ne trovano molti in giro, o un nerd.

7) Seduzione classica: fate vedere un po' di coscia e/o un po' di tetta. Nel caso peggiore potreste essere importunate da sconosciuti con cattive intenzioni.

8) Dedicargli qualcosa: Canzoni, ritratti, opere d'arte di qualsiasi genere dedicate a lui. Potrebbe considerarvi una maniaca, o una pazza, oppure potrebbe essere rapito dalla vostra creatività.

9) Dirgli che siete lesbica: alcune tentano di usarlo come metodo per liberarsi di corteggiatori indesiderati, in realtà, questa visione eccita estremamente qualsiasi uomo, e al limite vi potrebbe chiedere di fare il terzo tra voi e la vostra partner. Rischioso.

Dal 10 al 21 riproponiamo il metodo 3: il più accreditato e scientificamente provato dalla storia delle storie d'amore/sesso.

giovedì 19 gennaio 2012

Cosando si impara.

Ormai sempre più volte mi trovo con una voglia irrefrenabile di cosare, ma mi manca la materia prima per cosare materialmente. Diciamocelo, cosare per me è fondamentale, coserei notte e giorno, senza fermarmi un solo secondo! Mi piace cosare ovunque, con chiunque, anche se a volte ho un po' vergogna, è che fondamentalmente sono una timida. A volte credo che dovrei imparare a cosare meglio, ma l'unica cosa che potrei fare per ottenere risultati migliori è fare tanta, tanta pratica. Cosare è la mia passione, forse un giorno potrei anche farne la mia professione! E divenire famosa come una gran cosatrice. Sì, già mi vedo, con il mio premio in mano, e tanti sorrisi, e tanta soddisfazione. Si, si, io voglio cosare.

mercoledì 18 gennaio 2012

La legge dell'assistente.

Oggi ci occuperemo di una specie nota ai più, dicesi "assistente del professore".
Solitamente questa specie ormai non rara, vive all'interno delle università, in una forma piuttosto rara di simbiosi con i professori ordinari, associati, di ruolo e non. Questa specie conta individui delle età più disparate, tuttavia il range entro il quale si tiene va dai 24 ai 45 anni. Poco si conosce in realtà di questa specie, che rimane un mistero per il comune mortale. L'unico individuo che riesce ad avvicinarsi per conoscere meglio questi soggetti è lo studente universitario che, però, corre rischi estremi nell'approccio con tali creature. Nella comunità universitaria giovanile l'assistente del professore è conosciuto per la sua peculiare capacità: essere stronzo. Sono esseri spesso estremamente repressi, che sfogano tutta la loro insoddisfazione sul malcapitato studente, rendendo giorni e giorni di studio, completamente inutili. Ma la domanda che ci poniamo è: perchè?
Supponiamo che l'assistente debba immolare la maggior parte del suo tempo per seguire il professore di riferimento, aiutarlo in compiti più o meno gradevoli e, soprattutto farselo amico per ottenere un'eventuale collaborazione e/o passaggio di testimone. Tutto ciò occuperebbe gran parte del tempo dell'assistente che, ricordiamoci, è pur sempre una persona comune. Il che comprende il mancato adempimento a pratiche liberatorie, come copulare allegramente con il proprio partner (se ne è fornito). Di qui ne deriva un accumulo di una grande quantità di stress che deve trovare una via di fuga in un'altra pratica che possa essere attuata più agevolmente. Ed è qui che entra in campo lo studente: questi, poverino, studia per lungo tempo e arriva con coraggio al giorno dell'esame. Trovandosi di fronte ad un quasi coetaneo cerca di sperare nella sua clemenza, lasciando passare il messaggio "anche tu ci sei passato, sai cosa sto provando". Una richiesta empatica, una condivisione di emozioni, un coinvolgimento totale di sentimenti contrastanti. 
Purtroppo, nella stragrande maggioranza dei casi, ciò non avviene, e ciò che riceviamo dall'altra parte non è altro che durezza, asprezza, acidità. L'assistente in questi frangenti mette in atto una serie di fantasie sadiche che lo portano ad assumere espressioni arcigne. Possiamo immaginare che l'intenzione della creatura in questione non sia tanto quella di nuocere al mal capitato, quanto di dimostrare al professore-capo di essere all'altezza di condurre un esame impeccabile, forse anche meglio di quello che farebbe il professore stesso. 
Tutto sommato, se le intenzioni fossero anche le più nobili, l'assistente rimane sempre uno stronzo, al quale non andrà bene nulla di quello che dirai perchè o troppo vago, o incorretto, o semplicemente hai usato un termine che gli ha ricordato che è tanto tempo che non batte chiodo: "allora ti boccerò". 

Dalle nostre ricerche molti risultati sono stati ottenuti, ma ci premuriamo di offrivi un'unica legge:
"Non importa quanto avrai studiato, non importa quanto fluentemente parlerai, l'assistente saprà sempre metterti in difficoltà, se non con le parole, con il linguaggio del corpo. Se dimostrerai di conoscere bene un argomento, riuscirà a trovare quella postilla, quella virgola, quel piccolo appunto che tu, preso dall'ansia, davvero non ricordi. Egli prova piacere nel bocciare, un antico piacere profondamente radicato negli esseri umani."
Vi direte: siamo spacciati?
No, ma se fai schifo a prescindere, cazzi tuoi.

Se tu che stai leggendo sei un'assistente, dammi retta, stai calmo.




lunedì 9 gennaio 2012

Pippa mentale mode: ON

E' più o meno da quando avevo 18 anni che non mi capitava di far partire una pippa mentale di proporzioni epiche. Temo che avendola iniziata ora finirà più o meno tra un paio d'ore. Il tempo di costruirmi nella testa un bel palazzo di stronzate, metterci attorno un bellissimo giardino bugiardo con alberi carichi di frutti del sospetto. Mi sa che faccio in tempo anche a dedicarmi agli interni, sento di avere proprio bisogno di una vasca da bagno di parole non dette, e per carità, non vorrei mai dimenticare di comprare un frigorifero, così potrò riempirlo di silenzi, paure inconsistenti, ci sarà un ripiano pieno di rabbia repressa e di segnali non colti. Poi, d'estate, staremo seduti vicini, insieme sorseggeremo un fresco bicchiere di battute scadenti, e rideremo alla nostra stupidità. Sopratutto alla mia.