domenica 21 ottobre 2012

Bicycling: a quiet statement against oil wars.

Non esiste una città come Roma.
Io l'ho imparato grazie a Camille, la mia bicicletta, compagna di viaggi poco affidabile.

Andare in bici, a Roma, significa sentire la città.
Certo, gli automobilisti rendono i viaggi pericolosi, i semafori non sono da meno, e devo ammettere che oggi ho temuto il peggio quando mi sono trovata nel bel mezzo dei festeggiamenti per la vittoria di una qualche partita.
Ma c'è anche altro.
Ho sentito il vento dell'autunno, fra lo smog.
La bicicletta ti mette in contatto con il mondo, con tutto quello che ti accade attorno, e ti dà il tempo di gustare meravigliosi paesaggi o anche comicità stradali furtive (oggi ho visto un'auto con un enorme elefante di cartapesta sul tettuccio, fico).
Andare in bici ti mette in contatto con te stesso, testando i tuoi limiti, meravigliandoti della forza che possiedi (vedi tu a dover scansare le auto che ti sorpassano). Ti aiuta a percepire il tuo corpo che fatica, o a goderti il vento sul viso durante le discese.
La bicicletta è una valida alternativa all'auto e al motorino. Fa bene al corpo e alla mente, e, se avrete pazienza, imparerete anche a ripararla da soli, il che è fonte di vere e proprio soddisfazioni.

E' che ho avuto un po' di paura al semaforo, che stavo tamponando un motorino, ma vabbè.

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