lunedì 4 aprile 2016

Papà aveva ragione.

E' da quando ero piccola che la mia vita è tempestata di progetti ed interessi vari.
Ho studiato musica, teatro, disegno, ho fatto vari sport, sono laureata in psicologia ma con una passione per l'informatica e la medicina.
E mio padre me lo diceva sempre "Sai fare tante cose, ma nessuna bene".
Ma io no, no, padre, io sono un fottutissimo genio!
La mia mente è aperta e veloce! Il mio pensiero e fluido! Tutte le porte si aprono al mio passaggio.

Col cazzo. Come si dice in Francia.

Ora sono qui a cercare lavoro, incerta se la psicologia sia davvero la mia vocazione, mentre seguo una scuola di fumetto. Mi lacero mentre cerco offerte interessanti: risorse umane, ritrattista, servizio civile, aspirazioni Bonelli.
Ed è lì nella mia testa che echeggia la voce di mio padre, e io che ormai di errori ne ho fatti anche troppi, mi sento finalmente di dargli ragione.
Finisce la lotta, finisce l'adolescenza, finisce la voglia di autoaffermarsi.
Tanto che ora non faccio niente di niente, niente di tutto quello che avrei voluto fare; la cantante, il medico, la disegnatrice, la psicologa, la dogsitter.
Nel mio vortice personale mi sbattono addosso tutte le cose che ho iniziato a fare e per le quali ora non mi impegno in alcun modo.
Infatti è dalle 9 di stamane che sono a letto a contemplare il soffitto.

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